Da DPCServizi | Lun, 10/31/2022 - 11:33

Il fiume Amaseno nasce da un'altura denominata Monte Quattordici (447 m) in provincia di Frosinone, in una zona compresa tra i comuni di Amaseno e di Castro dei Volsci. Si dirige a ovest percorrendo una valle chiamata valle Fratta fino a lambire il paese di Amaseno; riceve quindi da sinistra alcuni torrenti che scendono dai Monti Ausoni. Segna per breve tratto il confine tra le province di Frosinone e Latina per poi entrare definitivamente in quest'ultima, dove subito riceve da destra l'apporto idrico del suo principale affluente, il fiume Monteacuto, presso Prossedi. Continua il suo corso bagnando Priverno dove devia bruscamente verso sud entrando nell'Agro Pontino presso l'Abbazia di Fossanova. Dopo un percorso di circa 40 km, in località Ponte Maggiore nei pressi di Terracina, prende la denominazione di fiume Portatore e si affianca al canale Diversivo Linea che raccoglie le acque del fiume Ufente e del canale Linea Pio VI. Assieme a quest'ultimo sfocia nel mare Tirreno in località Badino. Il fiume Amaseno è noto e celebre nella storia grazie all'immortale poema virgiliano (Eneide, cap. XI). Sulle sue rive ondose avviene il patetico e drammatico episodio di Metabo e Camilla, che si può così riassumere: Metabo, re dei Volsci, in una insurrezione popolare viene cacciato da Priverno ed è costretto a fuggire e a vagare per i monti con in braccio la piccola Camilla, sua figlia. I suoi nemici non cessano di dargli la caccia. Un giorno, vistosi assalito, fugge cercando scampo nel fiume Amaseno. Lo trova però ingrossato e tumultuoso per la piena e non si arrischia di passarlo a nuoto con la bimba al collo. Allora prende un'estrema decisione: avvolge la piccina in una scorza di sughero, che lega saldamente al centro della sua lunga e poderosa lancia e la scaglia al di là del fiume con tutte le sue forze. La lancia va a piantarsi nella riva opposta, portando con sé a salvamento la piccola. Il padre presto la raggiunge a nuoto e fugge via su per i monti, lasciando dietro di sé i suoi nemici, impotenti ad inseguirlo oltre.