Da DPCServizi | Gio, 03/30/2023 - 18:44

La cinta urbana di Fondi è il monumento più antico e caratteristico della città. In gran parte della murazione non vi è tendenza alla regolarità della disposizione dei blocchi, ma nonostante ciò essa è accuratissima.
Nella prima fase di mura in opera poligonale le facce dei blocchi sono levigate, di una certa stabilità grazie all’enorme peso dei blocchi stessi e non vi sono tra blocco e blocco spazi riempiti con scheggioni di risulta; ne restano notevoli esempi lungo via degli Osci, dei Latini, la Portella. Secondo alcuni queste mura sarebbero databili attorno all' 800-700 a.C.
Nella seconda fase troviamo l’opus poligonale con blocchi di almeno 5 lati che si incastrano fra loro fino a formare un reticolato difficilmente attaccabile (es. via Marconi).
Anche in questo caso siamo in presenza di mura prive di malta. Questo tipo di costruzione fa supporre che essa possa risalire ad un’epoca anteriore al IV a. C.
Nella terza fase delle mura è determinata dall’introduzione della malta, che proveniva dal Medio Oriente e giunse in Italia verso il III secolo a.C. Con la malta si ha una grande rivelazione in quanto con essa si potevano costruire, con piccoli blocchi lavorabili anche da un singolo costruttore, mura di enormi dimensioni molto più resistenti di quelle delle prime due fasi. Con la malta non occorrevano blocchi ciclopici, con il conseguente impiego di molte braccia di artigiani e macchine di sollevamento. Un singolo costruttore poteva procurarsi gli strumenti semplici e costruire edifici anche imponenti. La tecnica edilizia raggiunse risultati che al tempo d’oggi sono stati superati solo dal cemento armato. Questa terza fase è presente in tutta la sua bellezza nel lato est delle mura in viale Regina Margherita e via Giulia Gonzaga.
L’opus incertum e il reticulatum costituiscono la fase più evoluta; essi non hanno limiti di altezza o di larghezza; l’interno del muro è riempito con malta e scaglie della lavorazione dei blocchi ed è di eccezionale resistenza.
In età sillana si addivenne a una parziale ricostruzione di porte, torri e mura, come risulta da iscrizioni incorporate nelle mura stesse.
In prossimità delle mura poligonali di Via Marconi c'era la Porta Romana, l'ingresso principale al castrum sul lato nord ovest della città, dotata in origine di due potenti torri quadrangolari raffigurate in una stampa di Franz Ludwig Catel del 1816. Il lato interno della porta, provvisto di una camera di guardia, è rappresentato in una stampa di Luigi Rossini del 1839. La furia francese del 1798 determinò all'inizio della fine della porta romana. Il giorno della Vigilia di Natale Fondi venne presa d’assalto, gravemente danneggiata e conquistata con un solo colpo di cannone che, dicono le cronache, distrusse la Porta Romana uccidendo anche un povero contadino che camminava nei paraggi. Il 24 aprile del 1871 venne definitivamente abbattuto ciò che restava della porta.