Torre Secchi

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 11:24
In località “Frattocchie”, così denominata per le “fratte”, le macchie di rovi, che ricoprivano i ruderi dell’antica città di Bovillae, si conserva il nucleo in calcestruzzo di un sepolcro, spogliato dell’originario rivestimento in opera quadrata, con tamburo cilindrico sopra uno zoccolo parallelepipedo; nella cella all’interno della tomba erano tre nicchie quadrangolari per le olle cinerarie. In età moderna al di sopra del nucleo del sepolcro, databile alla prima età imperiale, venne costruita una torretta quadrata in laterizio e pietrame, forse riutilizzando una preesistente torre di avvistamento di età medievale. La struttura fu utilizzata nel 1751 dai padri gesuiti Boscovich e Maire come caposaldo finale delle misurazioni geodetiche eseguite lungo la via Appia antica, il cui punto iniziale era collocato presso il sepolcro di Cecilia Metella al III miglio. In occasione dei lavori di restauro della via Appia realizzati a metà del'800 da Luigi Canina, anche il gesuita padre Secchi misurò una base geodetica dal Sepolcro di Cecilia Metella alla stessa torretta a Frattocchie. Nel 2013 è stato scoperto e messo in luce il caposaldo B, punto terminale della base geodetica di padre Secchi.

Area Archeologia di Santa Maria delle Mole

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 11:17
Tra il ponte della ferrovia e via della Repubblica è stato rimesso in luce un tratto di basolato della via, ben conservato, di circa 100 metri, a sud-ovest del quale si apre un piazzale lastricato su cui si affaccia un edificio termale, articolato in almeno quindici ambienti. Vani provvisti di impianto di riscaldamento con tubuli di terracotta e suspensurae e vasche con tracce di rivestimento marmoreo fanno ritenere che si trattasse di un complesso di terme pubbliche aperte sulla strada. I materiali rinvenuti durante gli scavi attestano un ampio arco cronologico per l’utilizzo dell’impianto, dalla fine del I alla metà del III secolo d. C. Si ipotizza che l’edificio termale sia da collegare con la presenza nella zona di una notevole attività idrotermale evidenziata da numerose sorgenti di acque mineralizzate, alcune calde e ricche di gas e da diffuse emissioni solforose. L’attività estrattiva dello zolfo era effettivamente praticata in età romana imperiale, così come l’utilizzo delle acque termali.

Villa dei Quintili e Santa Maria Nova

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 11:03
Il grandioso ninfeo che si affaccia sulla via Appia, costituiva l’ ingresso originario alla villa dei fratelli Quintili, le cui imponenti strutture si sviluppano su una vasta porzione di campagna romana, tra l’Appia Antica e l’Appia Nuova. L’aspetto attuale del ninfeo è dovuto alla fortificazione che durante il Medioevo interessò la parte della villa prospiciente l’Appia, di proprietà dei conti di Tuscolo e poi degli Astalli, che edificarono un castello per il controllo dei traffici sulla strada. Appartenuta ai fratelli Sesto Quintilio Condiano Massimo e Sesto Quintilio Valeriano Massimo, entrambi consoli nel 151 d.C., dal 182 d.C. divenne proprietà dell’imperatore Commodo, che se ne impossessò dopo aver fatto uccidere i proprietari, con il pretesto di una congiura.

Capo di Bove

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 10:54
Una residenza costruita negli anni '50 del '900 a circa 500 metri dal Mausoleo di Cecilia Metella, vincolata dal 1997 per il suo interesse culturale, è stata acquistata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel gennaio 2002, esercitando il diritto di prelazione. Lo scavo archeologico all'interno della proprietà ha portato alla scoperta di un impianto termale della metà del II secolo d.C., che fu utilizzato almeno fino al IV secolo. All' approvvigionamento idrico contribuivano due grandi cisterne, su una delle quali era stata impiantata la villa moderna. La struttura di età romana era con ogni probabilità di proprietà privata ad uso di una villa o di un gruppo di persone facenti parte di una corporazione che frequentava la zona.

Tomba di Cecilia Metella

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 10:46
È il più noto sepolcro della via Appia, simbolo stesso della “regina viarum”. Al di sopra di un alto basamento quadrato in calcestruzzo, privo ormai del suo rivestimento in blocchi di travertino, poggia un corpo cilindrico di 30 metri di diametro, rivestito di lastre di travertino tagliate a finta bugna; nella parte superiore del tamburo corre un fregio in marmo greco decorato con teste di bue alternate a ghirlande, per il quale in età medievale fu attribuito alla zona il toponimo di “Capo di Bove”. Dal lato dell’edificio rivolto all’Appia, sotto un trofeo di armi che richiama le glorie belliche della famiglia, si trova l’iscrizione dedicatoria a Cecilia Metella, figlia di Q. Metello Cretico (in quanto conquistatore dell’isola di Creta) e moglie di M. Licinio Crasso, che riportò vittorie in Gallia al seguito di Cesare; il monumento si data all’inizio dell’età imperiale, tra il 25 e il 10 a.C. La cella funeraria è un ambiente a pianta circolare, rivestito in cortina laterizia, che si sviluppa per tutta l’altezza del mausoleo

Circo di Massenzio

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 10:39
Il complesso è costituito dal mausoleo di Romolo, figlio dell’imperatore Massenzio, dal Circo, in cui si svolgevano le corse dei carri, e dal Palazzo Imperiale, concepiti in un organico rapporto architettonico ed ideologico. Nel mausoleo, fatto costruire dall’imperatore all’inizio del IV secolo per se stesso e per la sua famiglia, fu sepolto probabilmente soltanto il figlio Romolo, morto nel 309 d.C. all’età di sette anni. Oggi si conserva, al centro di un portico su quattro lati, il basamento a pianta circolare, a cui si addossa la settecentesca Palazzina Torlonia. Grandioso edificio a due piani in forma di tempio, la tomba era coperta da una cupola e preceduta da un colonnato; al piano inferiore, ancora oggi visitabile, è la cripta per i sarcofagi, costituita da un ambiente circolare che si snoda intorno ad un pilastro centrale, mentre al piano superiore, non più conservato, era la cella per il culto dell’imperatore divinizzato.

Catacombe di San Sebastiano

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 10:24
Il termine “catacomba”, che deriva dall’espressione “ad catacumbas” (presso le cavità), in origine indicava proprio la depressione situata tra il II e il III miglio della via Appia antica, tra il cimitero di Callisto e la tomba di Cecilia Metella, dovuta alle antiche cave di pozzolana esistenti nell’area; la catacomba di S. Sebastiano fu una delle poche a rimanere accessibile per tutto il Medioevo, cosicché il vocabolo per estensione passò poi a designare qualunque cimitero sotterraneo. Il primo nucleo del complesso paleocristiano fu costituito da un edificio cimiteriale - caratterizzato da un vasto cortile con banconi in muratura lungo le pareti, denominato “triclia” - in cui sarebbero stati accolti i corpi degli apostoli Pietro e Paolo all’epoca delle persecuzioni di Decio (250 d.C.), noto come “Memoria Apostolorum”, a sua volta costruito, con un notevole rialzo artificiale del terreno, al di sopra di colombari, mausolei, sepolcri e strutture di non chiara destinazione, edificati nell’area a partire dalla seconda metà del I sec. d.C.

Catacombe di San Callisto

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 10:16
Si tratta del più vasto complesso cimiteriale sotterraneo di Roma, risultato del collegamento tra numerosi nuclei distinti di gallerie, che si sviluppa su quattro livelli di profondità, per un’estensione di 16 km. Prende il nome dal banchiere Callisto, diacono e poi papa, a cui il papa Zefirino affidò la gestione dei cimiteri di proprietà dei cristiani, ponendoli sotto il diretto controllo della Chiesa. La parte più antica, costituita dalle “Cripte di Lucina”, un gruppo di ipogei che occupano il settore del complesso più vicino alla via Appia, risale a un periodo compreso tra la fine del II e gli inizi del III sec. d.C., con ampliamenti fino alla fine del IV secolo. Al periodo più antico appartiene anche la c.d. “Cripta dei Papi”, dove sono , dove sono sepolti nove papi successori di Callisto; tra la fine del IIIsec. d.C., con ampliamenti fino alla fine del IV secolo.

Valle della Caffarella

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 10:10
Nella Valle della Caffarella si rispecchia il connubio di culture, tradizioni e popoli che l’hanno plasmata. Situata a ridosso delle Mura Aureliane e compresa fra due direttrici dell’antichità – la via Latina e la via Appia- la Valle fu teatro di miti e leggende soprattutto grazie alla presenza dell’Almone, piccolo affluente del Tevere, dai romani ritenuto fiume sacro sin dai primordi. E proprio le “A” di Almone, acqua e agricoltura hanno ispirato il “Sentiero dell’Acqua”: una rete di percorsi battuti naturalmente, nel corso del tempo, da visitatori e greggi di pecore e capre. Un percorso che testimonia l’abbondanza delle acque locali (fiume, sorgenti e falde) una volta sfruttate dalle diverse attività agricole ed artigianali.

Cartiera Latina

Da DPCServizi | Sab, 11/18/2023 - 09:48
Al civico 42 si trova la Cartiera Latina, lambita per tutta la sua lunghezza dal fiume Almone che unisce idealmente l'Appia Antica alla via Cristoforo Colombo. Lo stabilimento industriale, di cui oggi si conservano ancora i macchinari di alcune linee produttive, smise di funzionare nel 1986. Dal 1998 parte della struttura ospita la sede del Parco Regionale dell'Appia Antica, che ne ha curato il recupero e l'apertura al pubblico. Oggi il complesso multifunzionale della ex Cartiera Latina è dotato di: due sale per esposizioni ed eventi temporanei (Nagasawa e Appia), una Sala Conferenze; una Sala Riunioni; la Biblioteca istituzionale Fabrizio Giucca; lo spazio didattico espositivo Dì Natura dove si svolgono attività per le scuole e per il pubblico; uno spazio verde esterno attrezzato che ospita l'Hortus Urbis; un'area didattica dedicata alle tradizioni della Campagna Romana ed una area attrezzata per la sosta.