Museo C'era Una Volta

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 12:05
Istituito nel 2000, comprende sei quadri nei quali sono raffigurati tradizionalmente i cicli della vita locale di un tempo: la raccolta delle olive, la pesca con la bilancia, la masseria e la lavorazione dei formaggi, l’allevamento degli animali, la lavorazione dei campi, lavorazioni artigianali (paglia, legno, pellami, vetro, terracotta), ambienti (piazza dei mercanti, botteghe), scene di vita domestica. I personaggi sono realizzati a mano e sono dotati di un meccanismo per farli muovere. Gli scenari sono realizzati con vari materiali: sughero, cartapesta, stucchi, gesso, e terrecotte. Il museo, privato, è di proprietà di Daniela Caruso.

Chiesa di San Giuseppe

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:44
Situata all’ingresso del paese nel lato della Porta del Pozzo, la chiesa di San Giuseppe venne costruita all’inizio del XVI secolo e dedicata al patrono della città. Nella prima metà del Settecento subì notevoli modifiche, finanziate da una questua fra i cittadini, che arricchirono e completarono l’intero complesso, soprattutto nella facciata d’ingresso, realizzata a stucchi e base in pietra. L’interno della chiesa presenta una sola navata, con un soffitto caratterizzato da volte a crociera. Su ciascuno dei due lati si aprono tre cappelle, tutte decorate con affreschi, tra le quali si distingue quella appartenuta alla famiglia Caetani. Questa cappella, caratterizzata dalla presenza dello stemma dei signori di Sermoneta circondato da due putti e due profeti, venne costruita sotto la signoria di Bonifacio I Caetani, nel corso della metà del XVI secolo, e mostra al suo interno pregevoli affreschi di Girolamo Siciolante, molto attivo in città in quel periodo. Gli affreschi delle altre cappelle, invece, sono opera di autori ignoti, forse allievi dello stesso Siciolante, e databili intorno alla seconda metà del Cinquecento.

Giardino degli Aranci

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:26
L'area dove oggi esiste il giardino degli aranci risale al cinquecento. Quella era un'area chiamata "pomerio" e doveva essere inedificabile, perché usata dall'esercito per la difesa di porta sorda, una delle cinque porte di accesso al paese. L'area del pomerio era importante per Sermoneta: in caso di ritirata l'esercito aveva la via di fuga verso il passaggio, ancora esistente, verso Piazza Santa Maria. Con la trasformazione in giardino, avvenuta nel settecento, così come avvenuto per tutti gli orti di Sermoneta, si diffuse anche l'usanza di piantare gli alberi da frutta e, in un secondo tempo, gli agrumi nel contesto storico.

Museo Diocesando di Arte Sacra

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:07
Nato con l’intento di recuperare e rendere fruibili i dipinti e le suppellettili sacre che fanno parte del patrimonio comunale e diocesano. Sermoneta ha conosciuto, tra il XIV e il XVIII secolo, una certa prosperità, come ancora dimostra l’imponenza del celebre castello di proprietà dei Caetani dal 1297 – la potente famiglia romana cui apparteneva papa Bonifacio VIII – da loro poderosamente ampliato, insieme alla vicina rocca di Ninfa. Il Museo diocesano di Sermoneta è ospitato nell’Oratorio dei Battenti e nella ex cappella dei Re Magi (sec. XV) del complesso monumentale della chiesa collegiata di S. Maria Assunta di Sermoneta. Nelle sale espositive sono visibili dipinti di autori importanti (tra gli altri Girolamo Siciolante da Sermoneta, Francesco da Castello), un ciclo di affreschi di Domenico Fiorentini e suppellettile sacra dei secoli XV-XVIII (flagelli, calici, pissidi, piatti per elemosina, libri corali miniati, reliquiari, parati) che testimoniano la vita religiosa della Confraternita dei Battenti e più in generale della cittadina lepina. Nell’adiacente chiesa di S. Maria, di originario impianto cistercense, sono presenti dipinti e affreschi, altrettanto pregevoli, di artisti come Desiderio da Subiaco, Coleberti, Benozzo Bozzoli e della cerchia del Cavalier d’Arpino.

Loggia dei Mercanti

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:04
La Loggia dei Mercanti è un antico porticato gotico di Sermoneta nel Lazio. venne realizzata nel 1446 per ordine di Onorato Caetani per farne sede comunale, degli affari e delle assemblee popolari. Sotto le grandi arcate a tutto sesto che seguono il canone quattrocentesco si aprivano un tempo le porte delle stalle che ospitavano le bestie che andavano vendute o scambiate al mercato. Il portale d'accesso laterale, a sesto acuto, invece, segue ancora il canone gotico.

Museo della Storia della Ceramica

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 11:00
Il museo della ceramica di Sermoneta è un'esposizione di reperti archeologici e artistici raccolti in tre sale del palazzo De Marchis-Caetani del comune lepino a testimonianza dell'arte ceramica dalla preistoria al XIX secolo. museo è stato inaugurato il 22 marzo del 2004 nell'attuale sede di Palazzo De Marchis-Caetani, allestito grazie all'esposizione di reperti, prevalentemente oggetti di ceramica, provenienti da alcuni musei laziali e da donazioni di privati. Il percorso espositivo si articola all'interno di tre sale e ripercorre la storia della ceramica in Italia, dalla preistoria fino al XIX secolo con oggetti provenienti da località famose per la produzione di ceramica e terracotta quali Deruta, Faenza e Viterbo. Alcuni degli oggetti esposti sono frutto di donazioni private, altri sono stati resi disponibili dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio. Gli oggetti esposti, circa cinquecento, comprendono vasi, stoviglie, laterizi, oggetti votivi e statuette di terracotta. Un gran numero dei reperti in mostra proviene dagli scavi della necropoli di Caracupa, risalenti all'età del ferro, venuti alla luce durante le opere di consolidamento della cinta muraria di Sermoneta del 1999 e dagli scavi di Poggio Sommavilla, nella Valle del Tevere, nel comune di Collevecchio .

Abbazia di Valvisciolo

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 10:45
L’Abbazia di Valvisciolo è ubicata in una piccola valle per tradizione medievale detta “dell’usignolo” da cui la probabile origine del nome “valvisciolo“. Nella seconda metà del XII secolo assunse il nome di “Valvisciolo” in seguito all’abbandono, da parte di alcuni monaci cistercensi, dell’omonimo monastero presso Carpineto Romano, di cui oggi rimangono poche rovine. I cistercensi, che tuttora abitano l’abbazia, operarono al tempo sostanziali modifiche alla sua struttura originaria. Gli conferirono, infatti, l’aspetto attuale con l’interno della chiesa senza transetto e a tre navate, divise da larghi archi a sesto acuto e volte a crociera. Anche i Templari vi s’insediarono per un certo periodo, forse a cavallo tra XIII e XIV secolo. L’interno della chiesa è composto da tre navate suddivise da pilastri e colonne. Presenta pareti spoglie e senza affreschi secondo i canoni dei cistercensi. Sul fondo della navata sinistra, invece, si trova la cappella di San Lorenzo. Affrescata nel 1586-89 dal pittore Niccolò Circignani detto il Pomarancio su commissione del cardinale Enrico Caetani e di Onorato IV. All’interno della cappella vi sono molti cenni auto celebrativi riferiti al titolo ducale che nel 1586 fu concesso proprio a Onorato IV. Infatti, al suo interno, possiamo osservare un gran numero di corone ducali sorrette da caratteristici puttini. Sopra il portone d’ingresso, inoltre, si può notare un grande rosone. Il chiostro, invece, posto alla destra dell’abbazia guardando la facciata presenta un giardino con siepi e fiori. Al centro del chiostro possiamo ammirare un pozzo per la raccolta dell’acqua.

Convento di San Francesco

Da DPCServizi | Ven, 05/26/2023 - 10:40
Il complesso monastico, affiancato dal cimitero, nacque nel XII secolo come fortilizio dei Templari, i quali vi rimasero sino al 1312. Dopo la soppressione dell’ordine subentrarono i cosiddetti “Fraticelli Francescani”, eremiti che osservavano un’interpretazione ortodossa della dottrina del “Poverello d’Assisi”. Questi, com’è noto, trovarono rifugio anche a Bassiano, nella Grotta di Selvascura. Il convento di San Francesco è costituito da un grande chiostro quadrangolare coperto da volte a crociera. Le 28 campate con cui è strutturato il chiostro sono decorate da altrettante lunette affrescate da Scene della vita di San Francesco d’Assisi con tanto di didascalie per ciascuna rappresentazione. Un elegante pozzo al centro arricchisce maggiormente il chiostro. Pregevole è un grande affresco del Pomarancio presente nel refettorio del piano terra, in cui è raffigurata l’Ultima Cena, realizzato tra il 1576 e il 1586. La chiesa è costituita da una sola navata e con un soffitto con volta a crociera. Si possono ammirare anche le cappelle disposte sul lato destro, riccamente decorate con affreschi. Una di queste ospita il Sacrario dei caduti dell’Egeo durante la Seconda Guerra Mondiale.