Area archeologica del Santuario di Diana Nemorense

Da DPCServizi | Lun, 06/19/2023 - 19:28
L’area del santuario di Diana Nemorense, frequentata già a partire dalla media età del Bronzo (XV secolo a. C.), presenta durante l’VIII secolo a.C. un lucus, al cui centro sorgeva probabilmente un altare. Il luogo assunse in epoca arcaica una forte valenza politica, in quanto divenne il centro federale delle città latine riunite presso il Lucus Ferentinae o Bosco Ferentino, localizzato sul Monte Savello, ad Albano Laziale (RM). Era meta ogni 13 di agosto, in base a quanto narra Ovidio nei Fasti 3, 259-275, di una processione di donne provenienti da tutta la Penisola, le quali in onore della dea arrivavano al santuario vestite di bianco, con corolle di fiori sulla testa e torce accese. L’aspetto attuale del complesso è ascrivibile alla fine del II secolo a. C., ma sono documentati anche interventi successivi a tale data. La sua frequentazione arriva verosimilmente al IV secolo d.C., anche se a partire dal II secolo d. C. ne inizia il declino: in seguito all’avvento del Cristianesimo viene abbandonato e spogliato delle sue decorazioni.

Piazza Palatina

Da DPCServizi | Gio, 05/11/2023 - 12:02
Il nome tradizionale dell’area identifica oggi un antico slargo della antica Via Appia sostenuto da una massiccia opera poligonale, per probabili operazioni di manovra o stallo carri. Siamo a Terracina.In foto: Piazza Palatina Schizzo del Labruzzi nel 1789. Nel sito raffigurato nella tavola è il paesaggio stesso, attraversato dal basolato della via Appia, a rappresentare un “monumento”. Si tratta del punto più alto della via, a monte di Terracina, in cui questa aggira lo sperone del Monte Croce e dove è scavato nella roccia viva, quasi a picco sul mare, uno spiazzo semicircolare di circa 22 metri, in parte sostenuto da grossi blocchi di calcare, da cui si gode una splendida vista sulla costa. Della denominazione di richiamo medievale, Piazza dei Paladini, si ignora l’origine, ma il luogo coincide probabilmente con il Saltus ad Lautulas, più volte nominato dalle fonti. Questo era in origine l’unico passaggio fra la pianura di Terracina e quella di Fondi, cioè tra il Lazio e la Campania, divisi dalle due catene del Monte Croce e del Monte Giusto, propaggini meridionali dei Monti Ausoni. Lo spiazzo aveva lo scopo di far riposare uomini e animali dopo la lunga salita e a fornire anche un riparo dal sole e dalla pioggia nella grotta scavata nel dorso della montagna. Grazie ad una notevole opera ingegneristica, generalmente attribuita a Traiano, fu realizzato un grandioso taglio artificiale, per un’altezza di 36 metri, come indicato dalle incisioni praticate sulla parete, di quello sperone di roccia a strapiombo sul mare, chiamato Pesco Montano, che impediva il passaggio lungo il mare, costringendo alla difficile salita del Saltus ad Lautulas. Proprio per la sua posizione, durante la Repubblica il sito fu considerato un importantissimo punto strategico e le fonti ne parlano come luogo in cui si svolse lo scontro decisivo tra Romani e Sanniti nel 315 a.C., ancora prima della costruzione della Regina Viarum, e in seguito Annibale nel 217 a.C. trovò qui sbarrata la sua marcia verso Roma. Il percorso, in leggera pendenza, è delimitato sulla destra dallo sperone di roccia ricco di vegetazione e sulla sinistra da grossi blocchi squadrati di pietra. Ancora si può percorrere la strada con parte del basolato calcareo originale, godendo di un panorama spettacolare.

Mausoleo dell'Imperatore Galba

Da DPCServizi | Sab, 05/06/2023 - 10:35
Al km 110.500 della via Appia è il mausoleo attribuito per anni all'imperatore romano Servio Sulpicio Galba, ma de rinvenimento di una fistula di piombo ha permesso di attribuire a Sex Julius Frontinus (Sesto Giulio Frantino) che possedeva nella zona, secondo le fonti letterarie, una sontuosa villa ancora non rinvenuta. Il mausoleo è di lime quadrangolare con perimetro di ca. 32 m e alzato conservato di ca. 10 m. La struttura è realizzata con grossi blocchi monolitici, bugnati sulla faccia nord dov'è l'ingresso. A ca. 500 m a nord rispetto al mausoleo descritto, oltre i la ferrovia, ma allineato con quest'ultimo, è un secondo mausoleo, leggermente più piccolo, sempre di forma quadrangolare detto della "Marchesella" o "Marchicella" dalle genti del luogo. Il complesso è privo della copertura e presenta l'ingresso architrave modanata sul lato ovest. Alcune testimonianze riportano la presenza di pitture all'interno della camera funeraria ma oggi tali tracce non sono visibili. Secondo le testimonianze fornite dai locali, le due strutture sarebbero collegate da un lungo cunicolo sotterraneo che sarebbe stato parzialmente esplorato negli anni settanta del 1900.

Area Archeologica Urbana delle Santissime Stimmate

Da DPCServizi | Ven, 05/05/2023 - 09:18
L’area archeologica urbana delle SS. Stimmate è situata nel centro storico di Velletri, a poco meno di 1 km dai Musei civici. Occupa il colle su cui si stanziò il primo nucleo abitato della città, in una posizione che domina la valle verso i Colli Albani e la Pianura Pontina fino alla costa. Le scoperte documentano l’antichissima frequentazione del sito, con testimonianze dell’età del Ferro (IX-VIII sec. a.C.), con l’edificazione di un tempio nel VII-VI sec. a.C. e le sue trasformazioni successive, fino alla costruzione della Chiesa intitolata nel 1602 alla confraternita delle SS. Stimmate di San Francesco. I primi ritrovamenti risalgono al 1784, confluiti poi nella collezione del Cardinale Stefano Borgia, tra cui la celebre “tabula veliterna” e le note terrecotte policrome che decoravano il tetto del tempio. Dopo la parziale demolizione della Chiesa, l’area già vincolata divenne proprietà comunale nel 1992. Nel 2016 si è concluso il recupero del bene finanziato con un bando regionale

Museo Archeologico Oreste Nardini

Da DPCServizi | Gio, 05/04/2023 - 16:59
Mostra circa quattrocento reperti che vanno dalla Protostoria al Medioevo, tra i quali, bronzi, epigrafi, sarcofagi, sculture e materiali ceramici, come il Sarcofago delle Fatiche di Ercole del II secolo d.C., noto anche come il Sarcofago di Velletri, la Lastra dell’Orante, una lastra sepolcrale cristiana di IV secolo d.C. con scene dal Vecchio e Nuovo Testamento, e le cosiddette Terrecotte Volsche, lastre fittili di rivestimento rinvenute nel 1910 nell’area delle S.S. Stimmate.

Scavi McDonalds Marino

Da DPCServizi | Mer, 05/03/2023 - 17:37
Un tratto di strada romana lungo 45 metri e largo più di due, in basolato perfettamente conservato del II-I secolo a.C. E poi tre scheletri maschili, sepolti tra il II-III d.C. Di certo quando la McDonald's Italia nel 2014 iniziò i lavori per un nuovo ristorante alle porte di Roma, a Frattocchie nel comune di Marino, non immaginava un ritrovamento tanto prezioso. E invece dopo tre anni di lavori con la Soprintendenza archeologica per l'area metropolitana di Roma, Viterbo ed Etruria meridionale, da quella scoperta è nata una vera galleria museale sotterranea, con percorso bilingue per adulti e bambini, aperta a tutti, gratuitamente e indipendentemente dal ristorante, ma godibile anche dai tavoli grazie alla struttura a ponte. Un ritrovamento che ha sorpreso non tanto per la collocazione, a pochi metri dalla via Appia, sin dalla sua fondazione nel 312 a.C. trafficatissima di carri, persone e merci. Ma per le perfette condizioni in cui il terreno ha mantenuto la strada, coperta, per più di duemila anni.

Chiesa di San Pietro

Da DPCServizi | Mer, 05/03/2023 - 16:28
Voluta da Papa Ormisda (514-523 d.C.) è stata ricavata da una grande sala delle terme romane edificate dall’Imperatore Caracalla. Un imponente restauro avvenne già nel XII sec., mentre nel XIV sec. vennero eseguite diverse modifiche, delle quali ancora oggi si può scorgere la presenza, come l’arco ogivale a due spioventi con mensole e colonne marmoree, situato sopra ad una porta posta sul lato occidentale della chiesa.

Sepolcro degli Orazi e Curiazi

Da DPCServizi | Mer, 05/03/2023 - 16:04
Sull’alto basamento quadrangolare, realizzato come tutto il monumento in grossi parallelepipedi di peperino, si ergevano quattro tronchi di cono sugli angoli e forse un quinto, più alto, su di una base centrale a tamburo. Il mausoleo fu edificato in età repubblicana, nella prima metà del I sec. a.C. e quindi non può essere riferito ai mitici fratelli Orazi e Curiazi. Alcuni studiosi recentemente ritengono che questo mausoleo costituisca una erudita ricostruzione della tomba di Arunte da parte dell’antica famiglia Arruntia che qui vicino aveva i suoi possedimenti.

Catacombe di San Senatore

Da DPCServizi | Mer, 05/03/2023 - 15:56
Situate sulla Via Appia, all’altezza del XV miglio di distanza da Roma, vennero ricavate all’interno di una precedente cava di pozzolana, tra la fine del III e l’inizio del IV sec. d.C. La fama delle catacombe era dovuta principalmente alla presenza di numerosi santi e martiri, come ricorda il martirologio geronimiano. Nella cripta sono presenti diversi affreschi, fra cui quello raffigurante il Cristo tra gli Sponsores e i martiri Albani (V sec. d.C. inizi VI sec.), quello raffigurante S. Senatore, il titolare delle Catacombe (IV-V sec. d.C) e un affresco di età medioevale rappresentante Cristo Pantocrator tra S. Smaragdo e la Madonna (XI-XII sec. d.C.); infine vi è un altro affresco situato sull’abside della cripta minore. Tutti i reperti archeologici trovati nella cripta sono esposti nel Museo Diocesano di Albano.

La Cattedrale

Da DPCServizi | Mer, 05/03/2023 - 15:50
È sorta sulle rovine della basilica costruita dall’Imperatore Costantino, a sua volta fatta riedificare da papa Leone III (795-815) dopo un devastante incendio. Successivamente subì varie modifiche, dotandosi di un cimitero e di una piccola sacrestia. La modifica maggiore si ebbe nel 1772, quando il Cardinal Fabrizio Paolucci ordinò la costruzione della facciata attuale, ad opera dell’architetto Carlo Buratti. L’aspetto attuale della basilica invece fu ottenuto solamente nel 1913, dopo diversi restauri ed adeguamenti (durati circa cinquant’anni) realizzati con il contributo economico della popolazione Albanense.